
(LA PAURA)
Un pazzo, un colossale stronzo, un trentenne simbolo di un Paese dove amare e baciare una persona del tuo stesso sesso è disdicevole ma vendere armi a chiunque è sacro e giusto.
“Terrorismo”.
La Paura fa 90. Compratevi un’arma per sentirvi più sicuri.
Di cosa avete paura? Dell’invasore, dell’Uomo Nero, dello Straniero, dell’ISIS, di passare per omosessuali?
Che valori avete se è questo che vi fa paura?
O avete timore che qualcuno ci creda?
Omofoba, ancora. Basata sull’odio, ancora.
Altro che ISIS. Non ce n’è mica bisogno.
Conosco molti omofobi. Hanno una vera mania, non c’è discorso in cui non perdano occasione per rimarcare quanto loro non siano gay.
Fosse anche un discorso sulle albicocche mature.
Alcuni di loro, io credo, hanno più paura di loro stessi che della categoria.
Della categoria dei gay, intendo, non della frutta matura.
Io sospetto che Omar Mateen fosse un uomo con una tendenza omosessuale schiacciato da una figura paterna ingombrante alla quale voleva a tutti i costi dimostrare il contrario.
In questa vicenda le questioni religiose o politiche sospetto che fossero marginali, immagino che riguardassero più suo padre che lui.
La sua follia ossessionata credo si basasse sulla dimostrazione di una sessualità “accettabile” secondo canoni di entrambe le culture a cui apparteneva.
Ovviamente questo non giustificherebbe lo stesso quel gesto folle, ma qualche domanda sull’omofobia e sulle motivazioni degli omofobi dovremmo porcela.
Trasversalmente, mediorientali o occidentali che siano certi input.
Siate nuovi.
Siate diversi.
Che i gay, una volta, noi li chiamavamo così, “diversi”, prima di diventare tutti belli, bravi e politically correct col mitra in mano e la paura in testa.

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le pistole, trump, berlusconi, il papa
nessuno nomina l’islam
il perchè è chiaro, sei omofobo se non parli di orlando, ma sei razzista se nomini l’islam
e il cortocircuito culturale è servito anche stavolta
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Buongiorno, Massimo.
Mi pare di capire che non sei d’accordo con il mio pensiero. Ho comunque approvato la pubblicazione del tuo commento, perché qui tutti possono esprimere la propria idea se la espongono pacatamente come hai fatto tu. Anche dissentendo.
Non so se gli omofobi o Trump o Salvini o Bush o L’ISIS permettano un contraddittorio con chi non la pensa come loro.
La differenza sostanziale, io credo, è tutta lì.
Ora, venendo all’Islam, è una religione come tante altre, le persone che la praticano vanno rispettate.
Se credi di parlare male delle religioni qui sei in errore. Io sono ateo, ma non permetterò di parlare male di chi prega, crede e si pone pacificamente.
L’ISIS è un’altra cosa. È una congrega di assassini. Confonderlo con l’Islam sarebbe come confondere il Ku Klux Klan con il Cristianesimo solo perché quegli assassini si presentavano con le croci gridando “in nome di Dio!”.
L’omofobia si presenta tanto nella cultura islamica quanto nella cultura cattolica: trovarla nei gesti di Omar Mateen (l’assassino di Orlando) come nelle parole di Trump, di Adinolfi, di uomini politici occidentali e leader musulmani ci fa capire che il problema è culturale e trasversale.
L’ISIS nemmeno esisteva ancora quando il giovane americano Omar 15 anni fa era già omofobo.
Si interrogasse l’America di Bush in guerra su che cosa ha saputo o non saputo insegnare o suggerire al giovane Omar già 15 anni fa.
Interroghiamoci noi, occidentali, europei o americani, con la nostra corsa agli armamenti, gli F35, se siamo omofobi, fascisti, armati, ammirati per la Legge del Taglione, affascinati da “occhio per occhio”, noi che “ci vorrebbe la pena di morte”, noi che “le donne devono stare zitte”, noi dei femmnicidi, domandiamoci, noi, quanto siamo diversi dai talebani.
E l’Afghanistan e Trump, culturalmente, sono due facce della stessa medaglia.
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Salve e grazie della risposta
“L’omofobia si presenta tanto nella cultura islamica quanto nella cultura cattolica”
Penso esistano differenze essenziali e concrete, e che negarle sia un’ ingenuità o una scaltra simulazione.
Non si può negare che la cultura cattolica sia “omofoba”, in quanto propensa da sempre all’esclusione, al rifiuto e alla discriminazione.
E’un astratto intellettuale (già di per se abominevole) che raramente si concretizza in gesti estremi, che comunque verrebbero condananti in toto dalla parte “sana” della società e dall’autorità costituita.
E soprattutto, abbiamo la possibilità di lavorare ad un cambiamento, e secondo il mio modesto avviso sta lentamente avvenendo.
Nei paesi islamici “l’omofobia” è sostenuta ufficialmente dai governi, affermata ufficialmente, contro gli omosessuali esistono leggi, galera, sanzioni, tortura deportazione e morte.
Non sono gesti sconsiderati dello psicopatico di turno, come da “noialtri”, ma è il governo di questi paesi che lo permette e l’autorità costituita che esegue, regolarmente, sistematicamente e col favore e il consenso della società tutta.
In Afghanistan l’omosessualità è punita con la morte per lapidazione
In Arabia è punita con il carcere, multe, frustate, internamento in cliniche
In Giordania c’è l’arresto
In Mauritania la morte per lapidazione
In Pakistan frustate, arresto e lapidazione
In Senegal sei mesi di carcere
In Somalia la pena di morte
In Sudan la morte per lapidazione
In Iran la polizia organizza le “retate” per “pulire le strade e le città dagli esseri malvagi e criminali” tra cui sono annoverati gli omosessuali.
La lista potrebbe continuare, sono tutti paesi Islamici, non parliamo del medioevo e non accetto similitudini con la cultura cattolica dell’anno mille, o col giurassico, o coi riti apotropaici etruschi del V secolo.
Per quanto ugualmente immorale e spregevole, da gay preferirei vivere coi cattolici rischiando l’emarginazione, che con gli islamici richiando la morte e la lapidazione.
Concetto elementare, lo ammetto, ma lampante.
Il cortocircuito culturale di cui parlavo è negare questa verità e non voler identificare il problema per motivi ideologici.
O per quel masochismo (quasi neo-cattolico) di anti-identità, per cui le colpe del mondo devono in un modo o nell’altro ricadere sull’incorporeo concetto del “la colpa è nostra” che si identifica di volta in volta nello spauracchio di turno, trump, berlusconi, la pistola, il texas, la lega ecc. ecc.
“La rivendicazione dell’isis? Di certo è un complotto razzista, la vera colpa è di Smith e Wesson, della
Lega e di Mussolini.”
Detto tra noi, una vera e propria contraffazione dottrinale.
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Massimo, ti lascio ai tuoi convincimenti, non li condivido in quanto a mio avviso semplicistici, ma li rispetto.
Traspare che sei un uomo intelligente, e questo è già moltissimo, soprattutto oggigiorno.
Non entro in merito ai tuoi ragionamenti, citi cose reali, tuttavia 10 verità non fanno una ragione, e questo varrebbe anche per le mie 10 verità, se le volessi elencare.
Faccio però una precisazione: in questo caso (mi riferisco al caso di Orlando) l’ISIS non ha rivendicato alcunché; è stato Omar (l’assassino omofobo) a parlare di ISIS telefonando al 911.
L’ISIS – una banda di assassini, intendiamoci – ha solo commentato successivamente lodando l’operato dell’americano stragista (e grazie, quando gli ricapita una botta di fortuna come questa, cioè di avere un americano che li inneggia facendo una strage in loro nome?).
L’ex moglie di Omar (matrimonio durato solo 3 mesi) afferma che era violento, omofobo, sessista, esaltato per le armi e che della religione gli importava abbastanza poco.
Omar, insicuro, prima della strage ha telefonato 3 volte al 911 per auto-esaltarsi “rivendicando” in anticipo.
Quando era dentro al locale con gli ostaggi ha trattato 3 ore la propria resa con l’FBI.
Tutto questo non è in linea con le stragi terroristiche dell’ISIS o di qualsiasi terrorismo pianificato e sempre realizzato in gruppo.
Rimango dell’idea che Omar fosse un esaltato solitario sessista omofobo.
Ma piace a molti l’idea che dietro ci sia la mano islamica, piuttosto che ammettere che la società occidentale possa produrre gioiellini del genere.
Soprattutto alle porte delle elezioni.
Intanto, però, negli Stati Uniti nel 2015 ci sono state 357 stragi da parte di persone (americane) che hanno impugnato le armi per fare una carneficina.
Nessuno di loro lo ha fatto in nome di una religione. Spesso per motivi più disparati.
Di-sparati.
Disperati.
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