GLI INGANNI DELLA MENTE.

Bruno a tre anni

GLI INGANNI DELLA MENTE.

Dunque ieri ho ritrovato la cartella clinica di tre anni fa dell’oculista Guandalini riguardante il mio micio Stevie Stivaletti.
No, non sono riuscito a buttarla. Ho cercato una scusa per non farlo, inventandomi che poteva contenere dati importanti utili anche per Pallino Pallone.
È stato un trucco della mia mente, ovviamente; ogni caso è a sé stante, ma l’ho fatto perché gettare qualcosa che lo riguardasse mi pareva ancora presto.
A Ottobre scorso la morte di Stevie mi ha devastato e non l’ho ancora del tutto elaborata.
Cosciente di questo ho comunque aperto la cartella clinica e trovato delle sorprese: la visita, in contemporanea, riguardava due gatti.
Nel leggere gli appunti del medico ho avuto un deja-vu e ho ricordato tutto: all’epoca (prima visita) Guandalini per non sbagliare li aveva chiamati “Gatto Scuro” e “Gatto Chiaro”.
Il primo era Stevie, il secondo era Bruno Gattino (che da piccolo era quasi bianco).
Dagli appunti e dalla terapia di Bruno Gattino Chiaro risulta un quadro degli occhi davvero grave, in special modo del suo occhio sinistro.Stevie e Bruno terapia 2 Novembre 2013
I farmaci prescritti (che oggi conosco molto bene) certificano che gli occhi di Bruno erano davvero messi male, all’epoca era quasi cieco.
La terapia che Guandalini gli aveva prescritto era diversa da quella di Stevie (che era gravissimo), ma era comunque la terapia di un caso molto difficile: porta la data del 2 Novembre 2013, e questo è sconvolgente: Bruno era in cura già dal 9 Agosto, se dopo quasi tre mesi aveva ancora bisogno di cure massicce significa che stava messo davvero male.
Io non ricordavo nulla di tutto questo, l’avevo completamente dimenticato, tutto preso dalle cento battaglie che stavo affrontando con Stevie, mentre Bruno mi pareva meno grave.
Oggi, stimolato dal contenuto della cartella clinica, ho soltanto un vago ricordo per immagini di Bruno Gattino con gli occhi pieni di crema gialla, di scatole di colliri e pomate con scritto sopra “Bruno” e di me sul tavolo di legno in terrazza che gli facevo le porzioni di cibo con i farmaci polverizzati.Bruno occhi colbiocin
A pensarci meglio, è stato sempre così: mi sono sempre preoccupato poco di Bruno Gattone, a casa mia c’era sempre qualche caso importante: prima Stevie che all’epoca era cieco, poi Moltocarina anoressica, poi i quattro gattini abbandonati Gandalf, Budino, Nuvola e Micia, poi Gregoria con problemi polmonari, i suoi fratellini Candido e Novanta, e ancora Annalisa/Fusilla con il flap all’occhio in attesa della staffetta, e Maybe in fin di vita con la gastroenterite, e poi Susy con la piometra e la Fiv, e Pallino Pallone con le sue terapie ogni due ore…Bruno tre chili in testa
Scoprire che anche Bruno aveva gli occhi malati, che inizialmente fosse in realtà ipovedente, quasi cieco, mi ha colpito molto: nella mia percezione lui è sempre stato forte, anzi, mi ha sempre aiutato facendo il Mammo a tutti quei gattini, alcuni solo in stallo, alcuni adottati.
Oggi Bruno pesa sei chili, è in perfetta salute, fa il donatore di sangue, ha gli occhi bellissimi, trasparenti come la sua anima pulita.Bruno a un anno 2
Evidentemente quei farmaci hanno avuto il loro effetto, non dubito di essere stato un infermiere scrupolosissimo, anche se lo ricordo poco, tutto preso a pensare a Stevie.
Ho sempre voluto tanto bene a Bruno Gattone, ma percepisco di avergli fatto il torto di essermi occupato sempre “poco” di lui rispetto ad altri, di aver “rimosso” le sue difficoltà iniziali.BRUNO tra i fiori
Strano come si ricordino molto più le sconfitte che le vittorie.
Forse perché gli effetti delle sconfitte pesano molto, quelli delle vittorie invece meno.
Ma immagino questo inganno della mente che ripercussioni possa avere su due figli se uno dà problemi e l’altro meno.
O su due popoli, se uno è più “facile” e l’altro più “difficile”.
Bruno Gattone è stato un santo, non ha mai reclamato attenzioni o vissuto invidie nei confronti degli altri mici più sfortunati, anzi, li ha accuditi, coccolati.
Però quella cartella clinica ritrovata qualcosa d’importante alla fine lo conteneva: la certificazione che qualche volta si vince, che ogni tanto qualcosa “funziona”.
E che quando si vince, quando va tutto bene, quando si raggiunge un risultato, lo si ritiene scontato e si tende a dimenticare.
Questo è naturale, ma è sbagliato.
Scusa, Bruno.
Ti voglio tanto bene.

Andrea Cascioli.

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