PER UN ATTIMO.

Questa è un’immagine che gira su Facebook, credo di una strada statale americana, è un’immagine semplice, che appare immediatamente comprensibile, è un messaggio diretto e chiaro e anche un bambino ne capisce il senso. “Why?” “Perché?”
Per un attimo, solo per un attimo, anche voi avrete certamente pensato che quella strada sia sbagliata, che il messaggio sia inequivocabile, in quanto facilmente fruibile.
I due aggettivi però non significano la stessa cosa.
“Facilmente fruibile” non è la stessa cosa di “inequivocabile”, e questa foto mi è utilissima per dimostrare come funziona la manipolazione del pensiero attraverso i social.
La manipolazione tende a ricevere consensi immediati, senza pensare.
Proprio per la facilità e l’immediatezza si tende ad equivocare l’immagine:
Che cattiva gestione di quella strada, che incompetenza!”

“Non c’è motivo, che spreco di soldi!”
“Ci sará certamente un inghippo, forse le tangenti, la solita storia di inventare complicazioni per far lavorare qualche ditta amica!”
L’immagine e la frase “Why?” che implicitamente suggeriscono questa reazione hanno avuto centinaia di migliaia di condivisioni in tutto il mondo. Giudicandole per un attimo, nessuno tiene conto delle altezze.
A guardare meglio l’immagine, a fare un’analisi meno superficiale, appaiono alcuni motivi che seguono criteri ben precisi, e vorrei dimostrarvi quanto siamo influenzabili quando abbiamo pochi secondi per giudicare gli altri: sospettare o accusare diventa facilissimo, quando non si pensa per mancanza di tempo o per superficialità.

Ho indicato in azzurro a destra dell’immagine una ferrovia; la statale gli passa sopra, a circa 10 metri d’altezza, sostenuta da alti piloni bianchi.
Se la strada statale andasse dritta come suggerito dall’immagine, passerebbe vicino alle due case che vedete in basso al centro della foto, e passerebbe proprio all’altezza del tetto: cioè, attaccate allo spigolo del tetto passerebbero le ruote dei veicoli e dei TIR, a 3-4 metri dalle finestre, sfrecciando veloci a circa 130/km orari.
Ridurre l’altezza e portarla nel breve tratto rosso dai 10 metri sopra alla ferrovia fino a zero metri davanti alla due case significherebbe scendere di dieci metri in meno di 3 piloni, ovvero in soli 70 metri (il tratto rosso): una pendenza ripidissima, impossibile, che a quelle velocità renderebbe pericoloso prendere le tre diramazioni che vedete davanti alle case nell’immagine in basso a destra.
Il giro che vedete intorno al grande punto interrogativo serve a ridurre gradualmente le altezze e le velocità che si tiene su una statale (130km/h) fino a circa 40km/h, scendendo di 10 metri (una casa a tre piani) con la giusta pendenza.

Ecco quello che succederebbe se la strada fosse stata costruita dritta come suggerisce l’immagine:
DIRAMAZIONE A: chi viaggia in corsia di sorpasso arriverebbe a immettersi sull’altra strada attraverso una rampa curva di soli cinque – dieci metri; viaggiando in corsia di sorpasso a 130 km/h dovrebbero d’improvviso rallentare a 40 km/h e intraprendere la curva stretta nel giro di pochi metri per poi immettersi subito sulla nuova strada.
DIRAMAZIONE B: chi viaggia al centro della statale (sempre a 130 km/h) avrebbe d’improvviso uno stop per attraversare la strada che incrocia; ovvero dovrebbe passare da 130 km/h a 0 km/h in circa 70 metri (diciamo dalla ferrovia allo stop): nemmeno inchiodando le ruote ci si riesce, molti veicoli andrebbero oltre, invadendo la strada che incrociano.
DIRAMAZIONE C: il veicolo che viaggia sulla corsia di sinistra dovrebbe prendere la diramazione C a 130 km/h.
Inoltre se ognuno di questi veicoli volesse prendere una diramazione diversa dalla propria corsia taglierebbe la strada agli altri, e lo farebbe frenando, mentre gli altri sopraggiungono ad alta velocità: accadrebbe un disastro.
Ora vi propongo di nuovo l’immagine originale che gira su Facebook e che tutti hanno condiviso convinti di denunciare uno spreco, una cattiva gestione dell’urbanistica: valutate voi.

La scelta di fare questo svincolo è eccellente: le curve dell’anello autostradale hanno un raggio di curvatura costante e non troppo stretto, si può imboccare lo svincolo a 130 km/h, il percorso di centinaia di metri permette di decellerare (ci saranno cartelli che lo richiedono), permette di occupare la corsia più adatta a prendere la diramazione indicata già centinaia di metri prima del trivio, arrivando alle diramazioni A, B. e C sulla giusta corsia e a circa 40 km/h, passando davanti alle case al livello del terreno e a velocità “cittadina”.

Insomma, superficialmente, in pochi istanti, è difficile giudicare.
I social sono pieni di una comunicazione di questo tipo, spesso tesa a fare di tutto uno scoop, a colpevolizzare, ad incitare i più superficiali al continuo dissenso o addirittura all’odio.
“Ma chi gli ha permesso di decidere quest’inutile rampa lunga centinaia di metri? Incompetenti!” – gridano e commentano condividendo l’immagine il salumiere, il fornaio, la fotomodella, il medico condotto, la cassiera, il giardiniere, la preside.
Nessuno di loro capisce di urbanistica (come anche io, in effetti), nessuno di loro perde dieci secondi a domandarsi veramente “Why?”, “Perché?
E decide cosa è giusto e cosa no dedicandosi all’argomento per un attimo, prima di passare ad altro a cui si dedicherà ugualmente per un attimo.
Su questo fa leva la manipolazione sui social: roba che diventa virale scritta da chi non sa nemmeno cosa sia un pilone, una strada o un raggio di curvatura. O, peggio ancora, da chi è in cattiva fede.
Accade anche il politica, ne abbiamo esempi eclatanti con i quali si spacciano i migranti come motivo principale di campagne elettorali basate sul nulla, oppure si denigrano i deputati di un movimento come totalmente incompetenti, tutti, sempre e comunque.
Subdolamente si lascia intendere, tanto la gente giudica gli altri dedicandosi ad ogni notizia per un attimo, superficialmente, leggendo solo i titoli, leggendo al massimo fino alla terza riga.
E probabilmente anche questo mio articolo è stato letto solo fino alla terza riga.
Qualora siate arrivati a leggere fin qui, vi esorto a non odiare per partito preso, a non credere che la situazione difficile italiana dipenda dai migranti, o che in certi movimenti politici siano tutti incompetenti o tutti corrotti o tutti altruisti o tutti incapaci, o tutti socialmente impegnati, o tutti menefreghisti o tutti intelligenti o tutti arrestati o tutti disonesti o tutti incapaci e stupidi.
A volte gli stupidi siamo noi, incolte moltitudini con la scheda elettorale in una mano e lo smartphone nell’altra.
E la testa confusa, per un attimo.

Andate a votare, votate quello che ritenete solido, giusto, concretamente utile in Europa, non slogan, votate gente concreta che fa cose concrete che durino nel tempo, persone che abbiano un programma che vi convince, non uno slogan che vi convince.
Non restate a casa, comunque la pensiate, votate: documentatevi, chiedete, parlatene, ma votate.

Pensateci per più di un attimo.

Andrea Cascioli.


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