L’ORIZZONTE DELLE ABITUDINI.

Vi stupirò con un inatteso colpo di scena, sappiatelo.
Non è un racconto, non è un romanzo, nemmeno un gossip di quelli pruriginosi.
È un pensiero, forse pigramente filosofico, magari più profondo di quanto vi aspettiate.
Vi stupirò, con un colpo di scena, parlandovi di cosa sia uno Statista.
Lo Statista, pare, ha una visione a lungo termine.
Egli, dicono, si differenzia dal Politico in quanto guarda ai risultati tra dieci o vent’anni e non a quelli immediati.
Non perde tempo con le scaramucce, coi proclami, non guarda alle fazioni, non preclude, dialoga e costruisce i presupposti per un Fine Ultimo utile per tutti e non soltanto per sé.
Inoltre, io credo, lo Statista mira agli interessi dello Stato, del popolo, mentre il Politico mira agli interessi propri o del proprio Partito.
Ci tengo a dire che esistono alcuni Politici di razza, ottimi mestieranti, onesti e degni, però non sono Statisti.
Ed esistono Statisti non necessariamente integerrimi, a volte anche in errore, a volte, invece, pienamente nel giusto.
Anche non necessariamente in politica.
Però sono Statisti, vivono e muoiono per un’idea che cambia l’orizzonte delle abitudini di tutti.
La Storia ne ha defraudati alcuni, favoriti altri, a volte ignorati in quanto troppo giovani; individuarli prima che lo faccia la Storia è difficile, ma non impossibile.
L’età non conta, il colore della pelle nemmeno, e neanche il Partito politico, credete.
Conta se c’è l’anima da Statista oppure no.
Per farvi un esempio, Giovanni Falcone seppur Magistrato e fuori dalla politica, era uno Statista: il suo pensiero era oltre l’orizzonte delle abitudini.
Lo era probabilmente anche da studente, prima di diventare un Giudice.

Il Giudice Giovanni Falcone.


Così, ugualmente, era uno Statista il reverendo Martin Luther King; anche il suo pensiero era oltre l’orizzonte delle abitudini.
Lo era George Bernard Shaw, lo era Karl Marx, lo era Isaac Asimov quando parlava di Analisi delle Economie Globali del pianeta, lo era Antonio Gramsci.
Lo è Tenzin Gyatso, il 14esimo Dalai Lama del Tibet.
In politica lo erano Adolf Hitler, Karol Woytila, Enrico Berlinguer, Abraham Lincoln, Giorgio Almirante, Josef Stalin, l’Imperatore Augusto, Winston Churchill, Camillo Benso conte di Cavour, Hillary Clinton, Alcide De Gasperi, Ronald Reagan, Marco Pannella, Charles De Gaulle, GianRoberto Casaleggio, Barack Obama, Sadat, Giulio Andreotti, Gandhi, Amintore Fanfani e Re Salomone.
Differenti tra loro, alcuni in errore, ma erano Statisti.
Altri, moltissimi, erano Politici. Un’altra roba.
Ora, per favore, non scatenatevi per aggiungere un nome o contestarne un’altro, non affrettatevi ad indicare un accostamento stridente o improprio; l’elenco è incompleto e forse impreciso, non soddisfa tutti ma non è quello il punto.
Il punto è che esistono Politici ed esistono Statisti e la differenza si pone sostanziale, lungo un diverso arco temporale: ma questa volta per loro, sia Statisti che Politici, la “differenza” sarà uguale per entrambi, e sarà Lunedì sera.
Invece per noi Cittadini Europei, la differenza sarà percepita tra dieci o tra vent’anni.
Mi riferisco alle Elezioni.
No, non era questo il colpo di scena. Non ancora.
La questione non è politica, è filosofica.
Cercate di individuare tra i candidati chi ha un pensiero che guarda “oltre”.
Lo so che quando sono ancora vivi, quando la Storia non li ha ancora “incoronati” come Statisti, è difficile riconoscerli, ma alcuni lo sono, così come lo erano da vivi o da giovani coloro che ho elencato qui sopra.
Che almeno in parte gli somiglino. Non rinunciate in partenza: guardate meglio.
Domenica, al Parlamento Europeo, prima di votare, chiedetevi se state votando qualcuno che pensa come uno Statista o se state votando qualcuno che pensa come un Politico.
Vi consiglio il primo, per fare la differenza, perché di Politici il Parlamento Europeo è già pieno.
Ma soprattutto – ed ecco il colpo di scena – quando voterete, pensate VOI con la mente di uno Statista.
Valutate per un attimo a cosa porterà tra dieci o vent’anni il vostro voto di oggi.
Siate voi.
Lo Statista siate voi.
Guardate oltre, chiedetevi per un momento che effetto avranno nel futuro dei nostri figli le leggi e i decreti dei prossimi anni, a cosa porterà o potrebbe portare la linea filosofica delle persone che voterete Domenica.
Oltre le bandiere.
Oltre le scaramucce, il gossip, le ripicche, oltre le promesse di mediocri vantaggi immediati.
Guardate oltre, nel futuro.
L’Europa ha davvero bisogno dell’approccio di uno Statista, non solo da Lunedì sera, ma già da Domenica mattina, alle urne.
Non perdete tempo con i proclami, non pensate alle fazioni, non precludevi il Fine Ultimo.
Siate voi, col vostro voto, a guardare lontano e non all’immediato.
Siate lo Statista di cui quest’Europa ancora giovane ha bisogno.
Siate voi per primi oltre l’orizzonte delle abitudini.
Sarete voi il colpo di scena.

Andrea Cascioli.


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