È cosa assai frustrante spiegare le barzellette o le battute di spirito, tanto più mettersi a spiegare i giochi di parole; figuratevi il parafrasare un detto latino. Eppure devo, per rispetto di chi non sappia il latino o non conosca il detto originale, spiegare il titolo di questo articolo e la “storpiatura” nell’immagine.
“Ubi maior, minor cessat” è una frase molto usata, che significa “dove vi è il maggiore, il minore decade”.
Pare proprio adatta alla situazione politica attuale e al ruolo di Luigi Di Maio.
Premier o non Premier, col suo 32,5% è lui il maggiore che pone in decadenza il minore (Silvio Berlusconi), non certo il contrario.
E di decadenza si tratta, in effetti: che poi il Cavaliere 81enne possa per ripicca annunciare di non voler avere nulla a che fare con i 5 Stelle, era prevedibile.
Dopo che costoro in quanto pregiudicato lo hanno indicato varie volte come “indesiderato” riguardo ad ogni tipo di accordo politico, è assai improbabile credere al contrario, pare più l’ennesimo tentativo di rivoltare una frittata sempre meno sotto controllo.
Scrivo queste righe dopo che il Presidente della Repubblica ha incontrato i rappresentanti dei Partiti la prima volta, e ancora non sa cosa decidere; da oggi partirà il secondo giro di incontri.
Aveva chiesto tempo, Mattarella, e non ha avuto torto. Qualche spiraglio per un Governo ora forse c’è. Dopo il secondo giro di consultazioni dovremmo scoprirlo.
Prima di allora, ho intenzione di dire la mia su alcune cose, per spiegare la situazione dal mio punto di vista in 7 punti in modo semplice. Trattandosi di materia politica cercherò di essere obiettivo, non di parte.
1) TEMPO
Il Capo dello Stato ha chiesto ai Partiti di prendersi qualche giorno di tempo per pensare; la coscienza forse gli suggerisce che tornare al voto non risolverebbe la questione attuale, perché la situazione rimarrebbe comunque invariata: i 5 Stelle se anche arrivassero al 38% non risolverebbero nulla, idem la Lega se raggiungesse il 21%. Inoltre il Partito Democratico, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Liberi & Uguali vedrebbero verosimilmente calare i loro voti rispetto a quello che hanno ottenuto allo stato attuale, e certamente per questo avranno espresso a Mattarella l’intenzione di preferire di non tornare alle urne, senza però riuscire a garantire alleanze che permettano una maggioranza di Governo.
Insomma, è uno stallo, tutto dovuto a questa ridicola legge elettorale.
2) CAMBIARE LA LEGGE.
È del tutto evidente che con questa legge elettorale non si possa tornare al voto, questo credo sia l’unico concreto unanime giudizio che unisce gli italiani, di qualunque orientamento politico essi siano; andrebbe cambiata prima di tornare alle urne, per evitare un altro stallo gemello a questo o quasi.
3) CHI HA VOLUTO QUESTA LEGGE.
Se siete di Forza Italia o del Partito Democratico, sappiate che il vostro Partito ha votato questa legge-truffa che tiene in stallo il Parlamento (il Rosatellum); è una legge inventata e votata di comune accordo da Forza Italia e PD insieme.
Il fatto che gli si sia ritorta contro in quanto entrambi hanno perso consensi comunque non li rende meno artefici di questo stallo, perché il Rosatellum lo hanno creato e approvato loro.
4) A CHI HA FATTO COMODO?
Ad esempio alla destra di Salvini e di Giorgia Meloni che hanno oggettivamente visto crescere i loro consensi, ma essendo in coalizione hanno ricevuto molti più seggi del dovuto in Parlamento.
Per esempio, Fratelli d’Italia nel 2013 aveva il 2% dei voti e tra Camera e Senato conquistava 9 seggi, mentre nel 2018 li ha raddoppiati e oggi ha il 4,2%; tuttavia con la nuova legge elettorale facendo parte di una coalizione magicamente i seggi invece che raddoppiare sono diventati addirittura 50. Insomma, i voti sono soltanto raddoppiati, ma col Rosatellum i seggi in Parlamento sono 5 volte quelli del 2013. Quintuplicati.
Di fatto il Rosatellum sottrae seggi in Parlamento a chi si presenta da solo per attribuirli a chi si presenta in coalizione; è una legge-truffa inventata ad hoc a beneficio delle due coalizioni, per fermare il Movimento 5 Stelle, il quale però ha ottenuto un tale consenso anche presentandosi da solo, così da mettere ugualmente il Centrodestra e il Centrosinistra nell’impossibilità di avere abbastanza parlamentari per governare, nonostante il trucco.
5) COALIZIONI MOMENTANEE.
I vari Partiti in coalizione per prendere più seggi e i premi di maggioranza si sono presentati uniti al voto, ma subito dopo hanno dimostrato di non essere d’accordo tra loro; al di là di ciò che affermano dimostrano con i fatti il contrario.
Liberi & Uguali vorrebbe un’intesa con i 5 Stelle, il PD no. All’interno dello stesso Partito Democratico ci sono correnti, Renzi vorrebbe stare all’opposizione, Emiliano vorrebbe un accordo di Governo col Movimento 5 Stelle.
I Partiti della coalizione di Centrodestra ugualmente non sono d’accordo tra loro: sin dal primo giorno della nuova legislatura per eleggere il Presidente del Senato hanno votato in modo disgiunto, la Lega ha boicottato il candidato preferito da Berlusconi (Romani) pur contravvenendo a un accordo preso con i propri alleati. Il Cavaliere, offeso, ha gridato al tradimento, per poi incassare il colpo e moderare i toni.
Nel giro di pochi giorni Salvini ha mostrato l’intenzione di scaricare i propri alleati e fare un Governo da solo con i 5 Stelle, progetto che pare naufragato perché la condizione era di essere lui il Premier. Vista la mala parata adesso salva la faccia affermando che senza Berlusconi lui non governerebbe, ma il vero motivo è che col 17,5% confrontandosi col 32,5% di Di Maio non potrebbe certo fare il Premier/
La riprovadi questa divisione fortissima è che dal Presidente Mattarella i Partiti di Centrodestra ci sono andati ognuno per conto suo, non insieme.
6) SALVINI PREMIER?
A dirla tutta, la leadership del Centrodestra è una questione interna dei tre Partiti, un loro accordo, mica riguarda i 5 Stelle.
Esportare quell’accordo al di fuori della coalizione di Centrodestra è insensato, perciò la Lega se vuole governare con il Movimento (quindi senza Berlusconi che è pregiudicato e “indesiderato”), rappresenta solo se stessa, con il suo 17,5%. Che rispetto al 32,5% del Movimento, è davvero minore.; se ne deduce che in un possibile Governo tra Movimento e Lega senza Forza Italia il Presidente del Consiglio tra Matteo Salvini e di Luigi di Maio non può che essere quest’ultimo.
Resta anche il fatto che l’elettorato dei 5 Stelle ha votato sapendo che Di Maio era candidato Premier, mentre l’elettorato del Centrodestra ha espresso il proprio voto “alla cieca”, ovvero senza sapere chi sarebbe stato scelto per fare il Premier.
7) GLI SCENARI POSSIBILI.
Tornare al voto: non risolverebbe, i sondaggi danno in crescita il Movimento e la Lega, ma non abbastanza per sbloccare lo stallo.Movimento + Lega: pare sia la soluzione che contenta il maggior numero di elettori dei 2 partiti. Ma Salvini non può parlare di legalità se rimane in coalizione con un pregiudicato per frode fiscale.
Movimento + PD: non sembra attirare troppo gli elettori di entrambi i partiti. Forse entrambi si sono insultati troppo in campagna elettorale.
Centrodestra + PD: pare sia proprio impossibile, i due principali attori in accordo (Berlusconi e Renzi) secondo i sondaggi perdono consensi di giorno in giorno.
Comunque la pensiate politicamente, in Italia sarete certo d’accordo sul fatto che il vero ostacolo che impedisce (o rallenta) il processo evolutivo equo di Gruppi ( Partiti, Associazioni, Movimenti, Aziende, Cooperative…) dal peso consistente, non esiste solo una “Questione Etica”, esiste anche una “Questione Fuorviante” che rende spesso farraginosi i meccanismi di aggregazione e le intese, e che sempre è determinata da sottogruppi e giochi di potere intestini.
Questo pare impedire anche le intese politiche.
Mattarella dovrà vedersela con questa “Questione Fuorviante”, cercando di risolverla. Comincia oggi il secondo giro di consultazioni. Anche stavolta i Partiti del Centrodestra andranno da Mattarella separati. È emblematico che dopo un mese dal voto l’ultimo sondaggio collochi la Lega in salita al 20% (addirittura testa a testa col PD), e Forza Italia in discesa al 10-12%. Le loro strade sembrano essere pronte a separarsi, di fatto la loro coalizione creata per il Rosatellum sembra essere già in fase terminale.
Il Movimento 5 Stelle verrà sentito da Mattarella per ultimo, Luigi Di Maio è di fatto il candidato Premier con più voti, gli ultimi sondaggi lo quotano al 35-37%.
Il Presidente della Repubblica dovrà necessariamente tenerne conto.
Uh, Di Maio, minor cessat.
Andrea Cascioli.

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Jannacci (che non mi era molto simpatico ma aveva il pregio di essere milanese come me), avrebbe cantato:
“Dai dai, conta su…ah be, sì be….
Ho visto un re.
Sa l’ha vist cus’è?
Ha visto un re!
Ah, beh; sì, beh.”
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Non sono troppo d’accordo col tuo commento e neanche su Jannacci senior (che a me piace molto). Ovviamente autorizzo lo stesso la pubblicazione del tuo commento sul blog, Luca. e anzi mi scuso se lo faccio in ritardo ma non ho avuto accesso per qualche giorno e l’ho letto solo oggi.
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